Affrontando la questione dell’ampiezza della possibile competenza arbitrale in materia societaria, la Corte di Cassazione ha recentemente ricordato che “[i]n generale, le controversie sulla validità delle delibere assembleari, o (per le società a base personale) delle decisioni sociali, tipicamente riguardano i soci e la società in relazione ai rapporti sociali. Come tali sono compromettibili in arbitri ai sensi dell’art. 34, primo comma, del d.lgs. n. 5 del 2003. Laddove, infatti, il giudizio riguardi la validità di deliberazioni, l’art. 36 del citato d.lgs. n. 5 del 2003 prevede che gli arbitri decidano la controversia necessariamente secondo diritto. Il che rappresenta plasticamente la necessità di non confondere ai fini indicati l’area della inderogabilità delle norme, che gli arbitri devono applicare per risolvere la controversia, con l’area della indisponibilità del diritto controverso”. Nel caso di specie, Corte ha confermato la competenza arbitrale in relazione all’impugnazione della delibera di una società di persone con la quale era stata disposta la trasformazione in società di capitali.