Come noto, il Decreto Legislativo 10 maggio 2019, n. 49 ha recepito nell’ordinamento nazionale quanto previsto nella Direttiva (UE) 2017/828 (meglio nota agli operatori come Directive on Shareholders’ Rights 2 o DSHR 2), mirata principalmente a incoraggiare l’impegno a lungo termine degli azionisti e aumentare la trasparenza tra società e investitori e volta a migliorare la governance delle società quotate per rafforzarne la competitività e la sostenibilità a lungo termine, tramite sia un maggiore e più consapevole coinvolgimento degli azionisti, sia una facilitazione dell’esercizio dei diritti spettanti a questi ultimi. A tale riguardo, l’Associazione fra le Società Italiane per Azioni (Assonime) ha recentemente illustrato e analizzato le novità normative introdotte dal D.Lgs. 49/2019 in una Circolare, soffermandosi in particolare su: (i) le operazioni con parti correlate, (ii) la catena di intermediazione e identificazione degli azionisti, (iii) la remunerazione, (iv) il diritto di porre domande, (v) la trasparenza e l’engagement degli investitori istituzionali e dei proxy advisors.
Assonime – Il recepimento della direttiva shareholder rights II nell’ordinamento italiano