Il Garante per la protezione dei dati personali (Garante Privacy) ha recentemente reso pubblica la propria Relazione Annuale sull’attività svolta nel corso del 2019 e sullo stato di attuazione della normativa a tutela della privacy, primo fra tutti il Regolamento (UE) 679/2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati (General Data Protection Regulation o GDPR). La Relazione indica gli scenari che si aprono per la protezione dei dati personali. Dalla Relazione emerge che l’attività del Garante Privacy viene dallo stesso riassunta nello slogan “tra continuità e innovazione” in quanto “se, come è noto, dal 25 maggio 2018 il Regolamento generale sulla protezione dei dati (RGPD) ha trovato applicazione, il 2019 si è rilevato essere, per tutti gli attori, un anno di sperimentazione e di progressivo assestamento. Tale constatazione vale anche per il Garante che, inalterato nella composizione del Collegio per l’effetto di reiterati interventi legislativi, da ultimo correlati anche alla sopravvenuta emergenza sanitaria, ha operato su più livelli”. Con riferimento all’attività svolta dal Garante Privacy, la seconda parte della Relazione si sofferma, tra le altre cose, su: (i) il rapporto con le pubbliche amministrazioni; (ii) la sanità e la ricerca; (iii) i trattamenti in ambito giudiziario e da parte delle forze di polizia; (iv) l’attività giornalistica; (v) cyberbullismo; (vi) marketing e trattamento dei dati personali; (vii) internet e servizi di comunicazione elettronica; (viii) il trattamento dei dati personali da parte dei movimenti politici e associazioni; (ix) la protezione dei dati personali nel rapporto di lavoro privato e pubblico; (x) la cooperazione tra le autorità di protezione dati nello Spazio Economico Europeo.